I matrimoni senza amore sono spaventosi. Tuttavia, c'è qualcosa di peggio di un matrimonio senza amore: un matrimonio in cui esiste l'amore, ma da una parte sola, ed esiste la fiducia, ma da una parte sola. Un matrimonio in cui uno dei due cuori è destinato a essere infranto.
— Oscar Wilde
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La nostra interpretazione
Nel legame coniugale la presenza dell’amore non basta: ciò che conta è la sua reciprocità. L’unione formale senza sentimento appare vuota e inquietante, ma esiste una condizione ancora più dolorosa: quando uno dei due coniugi ama profondamente e l’altro non risponde con lo stesso trasporto, con la stessa fiducia, con lo stesso coinvolgimento. In questa asimmetria il matrimonio diventa un terreno minato, dove ogni gesto sincero rischia di trasformarsi in ferita, e ogni speranza si scontra con il muro dell’indifferenza o della distanza emotiva.
L’amore chiede corrispondenza, richiede che due cuori si riconoscano e si sostengano a vicenda. Se una sola persona continua a investire emozioni, cure e fiducia, porta sulle spalle il peso dell’intero rapporto. In questo squilibrio maturano frustrazione, delusione e un senso profondo di solitudine condivisa solo in apparenza. Il vincolo, invece di proteggere, diventa la scena di una lenta frattura interiore: chi ama si trova imprigionato in una promessa che non è più davvero comune.
Il grande orrore non sta solo nell’assenza di amore, ma nello spettacolo di un sentimento vivo costretto a consumarsi da solo, a guardare l’altro allontanarsi pur restando fisicamente vicino. In quel contesto il cuore che continua a credere, a sperare e a donarsi è destinato, prima o poi, a infrangersi contro la realtà di un legame che esiste solo a metà.