Da morto avrò l'eternità per dormire.
Il compito dello scrittore non è di esaltare il poco di bello che c'è: è di cercare il male, il brutto, e poi di denunciarlo. Il compito dell'uomo non è accontentarsi: è ribellarsi. Solo attraverso la ribellione si può cercare la verità.
Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto.
Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara.
È bello fuggire se ti sembra giusto e lo vuoi: mentre chiudi la porta alle spalle ti senti più vivo, la strada è sempre prateria sconfinata e il treno, è una lunga promessa. Ma quando il treno si muove, il vagone diventa una gabbia senz'aria, il domani un tunnel che ti condurrà chissà dove.
Quando dormiamo siamo tutti uguali, morfeonauti inermi nel colorato gorgo, e non conta cosa si sogna, se no saremmo tutti in galera.
Il sesso è come il sonno. Non se ne può fare a meno, ma uno non passa tutta la vita a letto.
Buona notte, cara la mia ragazza, cachi nel letto finché non si scassa, stia chiotta chiotta, si stiri il culo fino alla bocca; io vo al paese di cuccagna, per fare anche io un poco di nanna.
Tosto s'opprime chi di sonno è carco, ché dal sonno a la morte è un picciol varco.
Dormendo vegliamo e vegliando dormiamo.
Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce.
Il sonno è immagine della morte.
Ogni sera, forse, mettendoci a dormire, accettiamo il rischio di vivere dolori che consideriamo come inesistenti e non avvenuti perché saranno sofferti nel corso di un sonno che crediamo senza coscienza.
Ci sono certe notti in cui tu e la tua immagine non dormite nello stesso letto.
Chiunque vada a letto prima di mezzanotte è un mascalzone.