L'universo è vero per tutti noi e dissimile per ciascuno.
Ci sono solo due tipi di persone: i magnanimi e le altre.
La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo che l'inquieta, di rendere la sensibilità adeguata a questo stato.
Spesso è la mancanza di immaginazione che impedisce a un uomo di soffrire troppo.
Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra di loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.
Se non ci fosse l'abitudine, la vita dovrebbe apparire deliziosa a esseri che vivono nella continua minaccia della morte, cioè a tutti gli uomini.
Oh, la presunzione delle stelle cadenti. Non importa, saranno buchi neri un giorno.
Lo so, siamo tutti ben poca cosa di fronte all'Universo e suppongo che il massimo che uno possa sperare è di fare qualche volta la differenza. Ma io quando mai ho fatto la differenza? C'è una cosa al mondo migliorata grazie a me?
Il profondissimo desiderio di conoscenza dell'uomo è una giustificazione sufficiente per il persistere della nostra ricerca. E il nostro obiettivo non è niente di meno di una descrizione completa dell'universo in cui viviamo.
L'universo, per quanto possiamo osservare, è una macchina immensa e meravigliosa.
In ogni secolo gli esseri umani hanno pensato di aver capito definitivamente l'Universo e, in ogni secolo, si è capito che avevano sbagliato. Da ciò segue che l'unica cosa certa che possiamo dire oggi sulle nostre attuali conoscenze è che sono sbagliate.
È l'inerte che prevale nell'universo e non ciò che vive. Morire è passare dalla parte del più forte.
Tutto l'universo non è che la frangia del mantello di Cristo.
Siamo creature minuscole in un universo che non è né benigno né maligno... è solo enorme e indifferente a noi, se non come anelli della catena della vita.
Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell'universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile.
La carriera dell'uomo nell'universo ci impone di chiederci se per caso egli non benefici di qualche raccomandazione.