Tutti gli esseri umani hanno piccole anime grigie, e tutti se le vogliono imbellettare.— Maksim Gorkij
Tutti gli esseri umani hanno piccole anime grigie, e tutti se le vogliono imbellettare.
I proverbi sono la maniera di pensare dello stomaco, con i proverbi lo stomaco fabbrica delle briglie per l'anima, per poterla governare più facilmente.
Senza gelosia amano soltanto i cani.
Anche quando un uomo insulta a ragione delle persone, deve farlo con moderazione.
Coi pensieri bisogna avere qualche riguardo, perché nessuno sa quali siano i giusti e quali no.
Io sopporto con fatica le notti di plenilunio che d'estate o d'inverno denudano tutte le cose. Esse scacciano il sonno e conducono sempre con sé pensieri lucidi e freddi. Siano maledette!
L'anima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di sé non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre, anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza.
Ho come l'impressione che nei posti in cui si parla molto di anima, ci sia un gran bisogno di vedere quella parola per una volta almeno.
Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale dentro di me.
Lo zaino più pesante che spalle umane possano reggere sul loro cammino è quello di un'anima.
L'anima si trova nel corpo come un diamante grezzo; e deve essere lucido, o la sua lucentezza non apparirà mai.
La mia anima è una misteriosa orchestra, non so quali strumenti suoni e strida dentro di me: corde, arpe, timpani e tamburi. Mi conosco come una sinfonia.
Le anime generose si studiano di fare scaturire dalle anime comuni quanto in esse s'accoglie di buono; le maligne, quanto in esse s'accoglie di reo.
Gli dei approvano la profondità, e non il tumulto, dell'anima.
L'anima precorre tempo e spazio, e non è come l'occhio, che crede cominci il cielo dove comincia l'orizzonte.
L'immortalità dell'anima. L'uomo ha cercato dentro di sé un pretesto che lo collocasse sul medesimo piano di Dio.