Chi più m'ingannò, m'ingannò meno.
La fantasia abbellisce gli oggetti cingendoli e quasi irraggiandoli d'immagini care. Nell'oggetto amiamo quel che vi mettiamo di noi.
È facile farsi grande di una grandezza latente.
Sorte miserabile quella dell'eroe che non muore, dell'eroe che sopravvive a se stesso.
La cinematografia è il linguaggio di apparenze, e le apparenze non parlano. Il linguaggio delle apparenze è la musica. Bisogna levare il cinematografo dalla letteratura e metterlo nella musica, perché deve essere il linguaggio visivo della musica.
La filosofia è come la religione: conforta sempre anche quando è disperata, perché nasce dal bisogno di superare un tormento, e anche quando non lo superi, il porselo davanti, questo tormento, è già un sollievo per il fatto che, almeno per un poco, non ce lo sentiamo più dentro.
"E questo cielo? E tutte queste stelle? Sono un'altra bugia della Patagonia, Baldo?" "Che importa? In questa terra mentiamo per essere felici. Ma nessuno di noi confonde la bugia con l'inganno.
La verità certamente non fu mai ladra: la frode a noi venne sempre dal troppo immaginare.
La persona più facile da ingannare siamo noi stessi.
L'etichetta di homo sapiens, a parte pochi casi, probabilmente è solo un'infondata millanteria.
I volti ingannano raramente. Si ha l'anima del proprio volto e il volto della propria anima.
Non viene ingannato se non chi si fida.
Gli inganni riescono a volte, ma vanno sempre incontro al suicidio.
Anche se la capacità di imbrogliare è segno di acutezza e di potere, l'intenzione di imbrogliare è senza dubbio segno di cattiveria o di debolezza.
La sincerità si ritrova in pochissimi uomini ed è spesso il più abile degli inganni: uno è sincero al fine di conquistare la confidenza e penetrare nei segreti di un altro.
Guardati dall'altruismo. È basato sull'autoinganno, radice di tutti i mali.