L'amico è colui che non si comporta in modo meschino con noi.
Nell'innamoramento la persona più semplice e sprovveduta è costretta, per esprimersi, ad usare il linguaggio della poesia, della sacralità e del mito.
L'innamoramento è lo stato nascente di un movimento collettivo a due.
L'amore dà un enorme potere su chi ama e questo enorme potere può far piacere perché lusinga la vanità, perché rende l'altro schiavo, disponibile, pronto a ogni cenno ed ogni desiderio.
La speranza non può essere basata soltanto sull'ottimismo. Deve avere radici più profonde nella moralità, nella forza d'animo.
La vita quotidiana è un eterno purgatorio. Nell'innamoramento c'è solo o il paradiso o l'inferno; o siamo salvi o siamo dannati.
È sempre comodo imparare, massime dai nemici, è sempre nocivo insegnare, massime agli amici.
Non è un bene cercare di mantenere le vecchie amicizie. È doloroso per entrambe le parti. Il fatto è che si finisce con l'esaurire i contatti con le persone, e la sola cosa da fare è affrontare questa realtà.
Quando si sta morendo di fame, c'è sempre un amico che ti offre da bere.
Non ci può essere vera amicizia tra quelli che non hanno prima fede negli stessi valori.
Nei confronti di un buon ospite o amico ciò che si spende è un guadagno.
Apprezza gli amici fintanto che sono attorno; non puoi mai sapere quando se ne andranno.
L'amicizia si fonda dunque sulla somiglianza, ma si manifesta nella diversità, nelle contraddizioni, nelle differenze. Nell'amicizia l'uomo cerca egoisticamente ciò che gli manca. E nell'amicizia tende a donare munificamente ciò che possiede.
L'amicizia comporta moltissimi e grandissimi vantaggi, ma ne presenta uno nettamente superiore agli altri: alimenta buone speranze che rischiarano il futuro e non permette all'animo di deprimersi e di abbattersi.
Tra chi ha un amico e chi lo cerca c'è differenza, come tra il contadino che miete e quello che semina.
Il cuore purificato dall'amicizia spalanca la porta alla perfetta armonia.