Matrimonio: guerra e necessità; celibato: pace e prosperità.
Gli uomini di genio sono raramente (o mai) ragionevoli, per questo raramente felici e raramente esenti da biasimo.
È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere ciò che vuole.
Chi non ama la solitudine non ama la libertà, perché non si è liberi che essendo soli.
Se questo mondo fosse popolato da esseri realmente pensanti, sarebbe impossibile che il rumore di ogni genere fosse permesso senza restrizione e abbandonato all'arbitrio, come avviene perfino per i rumori più orribili e nello stesso tempo insensati.
In genere è meglio palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è la saggezza, la seconda vanità.
Nella maggior parte dei matrimoni le persone non si uniscono. Si sottraggono l'una all'altra.
L'uomo ama la donna; la donna, il matrimonio.
Matrimonio: La Divina Commedia al contrario: prima il Paradiso, poi il Purgatorio ed infine l'Inferno.
La letteratura di tutto il mondo non si interessa molto del matrimonio: che cosa si potrebbe desiderare d'altro se non un amore senza regole, non rovinato da affitti, vecchiaia, bambini, conti del gas?
Si ar monno nun ce fosse er matrimonio, / ma sai si quanta gente sposerebbe!
Il matrimonio è un'istituzione per la paralisi dell'istinto sessuale.
Più di una bella impiccagione previene un pessimo matrimonio.
Degli umani contratti altri s'incidono in tavole, ed altri in colonne, ma il coniugale contratto si sanziona ne' figli.
Nel matrimonio ci son molti dolori, ma nel celibato non c'è alcun piacere.
Andando infinite anime di quelli miseri mortali, che nella disgratia di Dio morivano, all'inferno, tucte o la maggior parte si dolevono, non per altro, che per havere preso moglie essersi a tanta infelicità condotte.