La paura segue il crimine, ed è la sua punizione.
Vi scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scriverne una breve.
La superstizione sta alla religione come l'astrologia all'astronomia, la figlia folle di una madre molto saggia.
Quando s'intraprende una traduzione, occorre scegliere l'autore come si sceglierebbe un amico, ossia di gusto conforme al proprio.
Soltanto i deboli commettono crimini: chi è potente e chi è felice non ne ha bisogno.
Lo amavo come si ama per la prima volta, con idolatria, con passione.
Così come quando si viene al mondo, quando si muore abbiamo paura dell'ignoto. Ma la paura è qualcosa che è dentro di noi, che non ha nulla a che fare con la realtà.
La vita è meravigliosa, se non se ne ha paura. Tutto quel che ci vuole è coraggio, immaginazione e un po' di soldi.
Senza immaginazione, la paura non esiste.
Non è il potere che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto.
E' normale che esista la paura, in ogni uomo, l'importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
Siccome l'animosità è pericolo di vita, così la paura è la sicurtà di quella.
Nell'uomo primitivo è in primo luogo la paura che suscita l'idea religiosa.
Se tu permetti alla tua luce di splendere, tu inconsciamente dai agli altri il permesso di fare lo stesso. Così tu sei liberato dalle tue paure, la tua presenza automaticamente libera gli altri.
Ho sempre sostituito la paura di non farcela più, con la speranza di farcela di nuovo.
Vi esorto solo a non farvi governare dalla paura.