Moriamo peggiori di quando siamo nati. La colpa è nostra, non della natura.
Se uno vuole arrivare a destinazione, deve seguire una sola strada, non vagare qua e là: questo non è avanzare, ma andare errando.
Alla sapienza non si può nuocere, il tempo non la cancella, nessuna cosa la può sminuire.
Non è la deformità del corpo a rendere brutta l'anima, ma la bellezza dell'anima a far bello il corpo.
Non fidarti della momentanea bonaccia: fa presto il mare ad agitarsi.
Questo solo di buono ha la continua sventura, che finisce per temprare le sue vittime di sempre.
Su tutte le tombe dovrebbe essere scritto: non piangetemi perchè sono morto, ma perchè avei voluto dirvi una cosa, una sola, e non ho trovato il modo.
Chi sa morire, non ha più padrone.
I morti hanno paura dei vivi. Ma i vivi, che non lo sanno, temono i morti.
Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è uno. L'angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all'intelligenza.
Se la fama giunge solo dopo la morte, che aspetti.
Solo la morte rivela quale misera cosa siano i corpi degli uomini.
Crediamo che la morte ci segua e, invece, ci ha preceduto e ci seguirà. Tutto quello che è stato prima di noi è morte; che importa se non cominci oppure finisci, quando il risultato in entrambi i casi è questo: non esistere.
E poi morire non è nulla. E' solo finire di nascere.
Sappiate che la morte vi sorveglia, gioir nei prati o fra i muri di calce, come crescere il gran guarda il villano finché non sia maturo per la falce.
Io posso essere amico solo di spiriti che conoscono la morte. Certo, mi rendono felice se gli riesce di tacere della morte: perché io non posso.