L'uomo nella strada è sempre uno straniero.
La risate dell'aforisma è a volte trionfante, ma raramente è spensierato.
Le persone istruite non condividono una comune massa di informazioni, ma un comune stato mentale.
Le persone possono mostrarsi gelose, ma nascondono la loro invidia.
Alla fine, la fede cieca è il solo tipo di fede.
Le ombre della rispettabilità iniziano a chiudersi sulla testa che ingrigisce.
Quando si sta bene nella propria pelle, viaggiare è solo stare altrove, non è più essere lontani.
La carta geografica, insomma, anche se statica, presuppone un'idea narrativa, è concepita in funzione d'un itinerario, è un'Odissea.
Un luogo non e' mai solo 'quel' luogo: quel luogo siamo un po' anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati.
Come sempre suole accadere in un lungo viaggio, alle prime due o tre stazioni l'immaginazione resta ferma nel luogo di dove sei partito, e poi d'un tratto, col primo mattino incontrato per via, si volge verso la meta del viaggio e ormai costruisce là i castelli dell'avvenire.
Partiamo all'alba, con il cervello ardente, il cuore gonfio di rancore e desideri amari, e andiamo, docili al ritmo delle onde, cullando l'infinito nostro sul finito dei mari...
Quando viaggi, ricorda che uno stato straniero non è creato per metterti a tuo agio. È creato per mettere il suo popolo a proprio agio.
Solo chi si muove apprezza le soste e non conosce la noia.
Ma forse mancano i viaggi più straordinari. Sono quelli che non ho mai fatto,quelli che non potrò mai fare. Restano non scritti, o chiusi in un loro segreto alfabeto sotto le palpebre, la sera. Poi arriva il sonno, e si salpa.
Un seminario sui viaggi nel tempo si terrà due settimane fa.
A volte è splendido viaggiare senza tirare il freno a mano e schiantarsi in caduta libera su un desiderio che si avvera. Sopravvissuti alla paura.