È nella ricerca delle risposte che nascono i libri.
La gente muore solo quando viene dimenticata.
Non invento i miei libri: saccheggio storie dai giornali o ascolto con orecchio attento le vicende degli amici. Da questi spunti poi i miei personaggi emergono da soli, con naturalezza.
La vita è un arazzo e si ricama giorno dopo giorno con fili di molti colori, alcuni grossi e scuri, altri sottili e luminosi, tutti i fili servono.
Iniziamo a invecchiare nel momento in cui nasciamo, cambiamo giorno dopo giorno, la vita è un continuo fluire. Ci evolviamo. L'unica cosa diversa è che adesso siamo un po' più vicini alla morte. E cosa c'è di male in questo? L'amore e l'amicizia non invecchiano.
Credo sia una reazione sana, il riaffermarsi della vita, del piacere e dell'amore dopo aver percorso per molto tempo i territori della morte.
Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarant'anni.
A che serve un libro senza dialoghi né figure?
Ammiro il libro che mi obbliga a leggerlo.
I libri pensano per me.
Pubblicare un libro è parlare a tavola davanti ai domestici.
Si scrive soltanto una metà del libro, dell'altra metà si deve occupare il lettore.
Quanti di noi sarebbero naufraghi senza speranza in una notte atlantica, senza le voci che si levano e ci chiamano dai libri.
Un best-seller è la tomba dorata d'un talento mediocre.
Ogni libro che aprite ha la sua o le sue lezioni da offrirvi, e abbastanza spesso i libri brutti hanno da insegnarvi di più di quelli belli.
Per quello che mi riguarda, se un libro è ben scritto, lo trovo sempre troppo corto.